In 3 sorsi – È Tivat, cittadina montenegrina sulla costa adriatica, il luogo scelto per l’incontro tra Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, e Milojko Spajić, Primo Ministro del Montenegro. Al centro dell’incontro l’ambizioso progetto di adesione dello Stato balcanico, desideroso di diventare il ventottesimo Stato dell’UE entro il 2028.
1. UNA LUNGA MA AMBIZIOSA STRADA VERSO L’OBIETTIVO
La storia del Montenegro è complessa e ricca di influenze provenienti da svariate civiltà: faceva parte della Jugoslavia (dal 1918 fino al 1991) ed è stato poi legato alla Serbia fino allo storico referendum del 2006, anno della sua effettiva indipendenza. Nel 2008 il nuovo Stato ha presentato domanda di adesione all’Unione Europea e, finalmente, nel 2010, in seguito all’individuazione delle 7 priorità chiave da affrontare per l’avvio dei negoziati, il Montenegro ha ottenuto lo status di Paese candidato.
I negoziati di adesione del Montenegro all’UE hanno avuto effettivamente inizio il 29 giugno 2012, rappresentando un capitolo fondamentale nel processo di allargamento europeo. Ad oggi, dei 33 capitoli negoziali (cluster) aperti, solo 7 sono stati chiusi, peraltro in forma provvisoria.
Il cammino verso un pieno allineamento all’acquis comunitarie evidenzia un percorso costante ma ancora incompleto. L’obiettivo espresso dal Montenegro è diventare il ventottesimo Stato dell’UE entro un anno specifico: il 2028. Per riuscirci, è necessario uno sforzo aggiuntivo e accelerare i tempi, per poter ricevere l’approvazione unanime degli Stati membri.
Fig. 1 – Il Primo Ministro montenegrino Milojko Spajic
2. LO STORICO INCONTRO DI TIVAT
La recente visita della Presidente von der Leyen a Tivat, avvenuta il 14 ottobre 2025 in occasione della cerimonia di apertura alla conferenza sugli investimenti in Montenegro, rappresenta un momento cruciale, un vero e proprio riconoscimento pubblico e ufficiale dei progressi compiuti dal Montenegro nel corso degli ultimi anni. Con la celebre dichiarazione “Sento il cuore dell’Europa battere qua, in Montenegro” si sottolinea una linea ben precisa: lo Stato sta adempiendo ai propri doveri europei. Von der Leyen, infatti, sembra aver particolarmente apprezzato i progressi compiuti nell’ambito di una più ampia riforma del sistema giudiziario e delle Istituzioni, e un fondamentale allineamento con la politica estera e di sicurezza dell’UE. A riguardo, ha ricordato di come il Montenegro abbia scelto di inviare i propri soldati a sostegno della missione di addestramento in Ucraina.
La stessa Presidente della Commissione, pur riconoscendo il contesto internazionale in continuo mutamento, ammette che il processo di adesione non si basa esclusivamente sulla geopolitica. Al contrario, bisogna focalizzarsi anche su investimenti e opportunità economiche. È durante la conferenza intitolata “Crescita intelligente, futuro verde: accelerare gli investimenti in Montenegro“, che sono stati lanciati 14 progetti imprenditoriali, aventi come temi l’energia rinnovabile e i trasporti sostenibili, le infrastrutture tecnologiche e il turismo responsabile. Tali progetti sono fondamentali perché coinvolgono investitori europei e montenegrini, rappresentando un’occasione unica per favorire la crescita economica e creare nuovi posti di lavoro.
Inoltre, negli ultimi mesi il Montenegro ha compiuto passi concreti verso l’integrazione europea, ad esempio aderendo (insieme a Macedonia del Nord e Albania) all’area unica dei pagamenti in euro (Sepa), avanzando ulteriormente verso le strutture finanziarie europee. Sembrerebbe pure essere imminente l’introduzione del roaming europeo, per navigare in internet da rete mobile.
Fig. 2 – La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen (a sinistra) e il Primo Ministro del Montenegro Milojko Spajić (a destra) tengono una conferenza stampa congiunta dopo il loro incontro a Tivat, in Montenegro, 14 ottobre 2025
3. LE SFIDE ANCORA APERTE
Nonostante i progressi noti, permangono delle prove serie da affrontare. È stata ribadita la necessità di accelerare le riforme nello Stato di diritto, contrastando la corruzione e scegliendo una maggiore trasparenza della Pubblica Amministrazione. Nel dettaglio, i capitoli finali della negoziazione, il 23 (Potere giudiziario e diritti fondamentali) e il 24 (Giustizia e diritti fondamentali) sono essenziali, poiché è su questi che poggia l’intera struttura dell’integrazione europea: fin quando non saranno completamente armonizzati, la chiusura degli altri capitoli negoziali rimarrà provvisoria. In questo quadro si rimarca anche la necessità di una maggiore coesione politica interna, per mantenere in vita l’ambizioso progetto di adesione entro il 2028.
Le riforme strutturali, quindi, restano la vera chiave di svolta: lo scopo è quello di affrontarle con rapidità e unità politica interna, consentendo al Montenegro di realizzare il proprio sogno di adesione europea, nonché di donare all’UE uno Stato, situato strategicamente tra l’Europa meridionale e l’Europa centrale, con grandi potenzialità geostrategiche ed economiche.
Maria Grazia Saccà
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